Tutta questa attenzione alle competenze non è a scapito delle conoscenze?


Capita spesso, discutendo di scuola, di notare che le competenze sono presentate in contrasto con le conoscenze. Il pensiero è più o meno questo: “Adesso che a scuola si lavora per competenze imparano meno (conoscenze) di una volta”.

In realtà non è così. Conoscenze competenze non sono in contrapposizione. Partiamo dalla definizione di competenze che troviamo nella Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente:

Ai fini della presente raccomandazione le competenze sono definite come una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti, in cui:
d) la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento;
e) per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati;
f) gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.

Appare evidente che, accettando questa definizione, ragionare in termini di competenze non esclude abilità e conoscenze, anzi, semmai le valorizza. Nella scuola tradizionale (quella che si ferma a conoscenze e abilità) quello che si impara è fine a se stesso e ha il voto come unico scopo immediato. Agli alunni viene detto che sono cose importanti e che un giorno si riveleranno utili, ma, ci insegnano le neuroscienze, fino ai 18 anni i meccanismi cerebrali che reagiscono alla ricompensa immediata non sono perfettamente sincronizzati (e prevalgono ampiamente) su quelli che gestiscono il bene futuro. Quindi è molto difficile impegnarsi per imparare qualcosa che forse un domani ci servirà…

Nella scuola delle competenze le conoscenze e le abilità si imparano perché sono in vista di un agire attuale, guadagnano un senso da subito perché ci servono per affrontare un problema o una questione significativa adesso.

Certo, il tempo scolastico è lo stesso e quindi, per dedicare tempo ad aiutare i ragazzi a sviluppare un agire competenze qualcosa bisognerà tagliare. Ma questo non è una perdita, semmai è un investimento diverso delle energie.