Diritto all’alternativa


Nel su libro del 2001 Fra presente e futuro. Analisi e riflessioni di pedagogia Cesare Scurati, elencava alcuni diritti dell’infanzia:

  • Diritto alle radici
  • Diritto all’esercizio
  • Diritto alla quotidianità
  • Diritto all’alternativa
  • Diritto all’identità
  • Diritto all’autorità
  • Diritto alla narrazione

In particolare riguardo al “diritto all’alternativa”, riflettendo sulla forte influenza del mezzo televisivo, scriveva:

Si tratta di affiancare al fin troppo abusato attacco al consumo televisivo la costatazione di una generale e diffusa carenza di capacità di proposta alternativa nel campo delle attività educative, che comincia dalla famiglia per estendersi alla scuola stessa ed alla vita sociale in senso lato. Occorre quindi pensare ad un recupero della fantasia e della capacità di gioco degli adulti, ad una diversa impostazione dei caratteri dell’alfabetizzazione scolastica, ad una profonda revisione degli schemi e delle strutture del tempo libero, alla formazione di educatori “alternativi” come capacità di proposta e di invenzione rispetto ai grandi canali dello spettacolo e del divertimento commercializzato, ad una riconsiderazione dei mondi dello sport e del turismo.

C. Scurati, Fra presente e futuro. Analisi e riflessioni di pedagogia, Editrice La Scuola Brescia, 2001 p. 23

In realtà potremmo riprendere e ampliare l’idea di diritto all’alternativa fino a dire che è una delle caratteristiche della scuola. In quello che propone la scuola deve sempre cercare di offrire ai ragazzi che la frequentano una “alternativa” al mondo in cui vivono.

Un po’ come la piscina della scuola di Barbiana

La piscina fu scavata a mano dai ragazzi con l’aiuto di qualche genitore.
La volle don Lorenzo per insegnare a nuotare ai ragazzi, ma soprattutto per rompere la paura antica che i montanari hanno della forza dell’acqua.

Dal sito della Fondazione Don Lorenzo Milani

Per essere all’altezza del suo compito la scuola di don Milani non propone attività che i ragazzi possono svolgere in altri momenti della giornata nel luogo in cui vivono ma cerca di offrire quello che manca a loro per aiutarli a essere “completi” (in questo caso rompere la paura antica che i montanari hanno della forza dell’acqua).

Così se qualche volta si tratta di proporre attività controcorrente (per esempio aiutare a sviluppare il contatto con la natura per dei bambini di città), altre volte rispettare il “diritto all’alternativa” significa proporre la stessa attività in modo diverso. Si tratta di mantenere una differenza nella qualità dell’attività proposta.

Per esempio usare un tablet a scuola non è (o almeno non dovrebbe essere) la stessa cosa che usarlo a casa. Lo scopo non è l’uso in sé ma lo sviluppo, attraverso l’utilizzo, di una competenza informatica.