Un semplice ritorno in presenza?


Come sarà il ritorno a scuola in presenza, adesso che la maggior parte dell’Italia è in zona gialla?

Scrivo sullo stimolo dell’articolo O il voto o la vita! di Alessandro D’Avenia che sul Corriere di oggi risponde a un nonno che, preoccupato per i propri nipoti, così si interroga:

Il punto è questo, si ritorna a scuola (forse) e i messaggi che pervengono dai professori sono: “Finalmente faremo verifiche — tutte le materie e tutte insieme — e siccome è un anno normale, ci saranno bocciati e debiti”

Abbiamo sentito per mesi presidi e insegnanti chiedere con insistenza il ritorno a scuola in presenza, giustificandolo spesso con la necessità di avere una relazione educativa coi ragazzi. E già qui ci sarebbe da interrogarsi: è veramente impossibile una relazione educativa ai tempi della DaD? L’esperienza da educatore mi suggerisce che se la relazione è stata coltivata nel tempo, continua a esserci anche se siamo costretti a usare strumenti che permettono di interagire solo a distanza. Se appena non si è fisicamente in presenza, la relazione entra in crisi, forse è segno che non c’era vera relazione nemmeno prima.

Ma l’articolo di D’avenia ci riporta ad un altro tema caldo: l’ansia dei voti. Il rischio – spero di essere smentito – è che il ritorno alla scuola in presenza – soprattutto nella secondaria di secondo grado – sarà segnato da una sovrabbondanza di compiti in classe e interrogazioni per “recuperare” le valutazioni perse durante la DaD. Come se interrogazioni e compiti in classe fossero l’unico modo per ottenere degli elementi per valutare il percorso formativo dei ragazzi e restituire loro delle indicazioni per continuare a “camminare”. Come se – in una scuola che secondo la normativa vigente dovrebbe essere centrata sulle competenze dei ragazzi a fine percorso – prove di questo tipo riuscissero a far scoprire (a ragazzi e insegnanti) le competenze maturate.

Mi sembra interessante il finale della nota operativa con le modalità di applicazione del Decreto Legge 22 aprile 2021 in vista delle nuove regole per il ritorno in classe che scattano a partire da lunedì 26 aprile del 23 aprile 2021

Ora, nell’esercizio della propria funzione educativa, alle scuole è affidato il compito di accogliere gli studenti che rientrano in classe con particolare attenzione pedagogica. Occorre affiancarli e sostenerli nel ritorno alla socialità scolastica, avendo particolare attenzione e comprensione in questo tempo che per molti costituisce un vero e proprio reinserimento scolare. Occorre “prendere con sé” specialmente coloro che più a lungo ne sono stati privati o che comunque manifestino (esplicitamente o implicitamente) forme di disagio. E, non da ultimo, occorre lavorare insieme per recuperare la fiducia, fiducia in se stessi, nei propri compagni ed amici, nella scuola, nel mondo adulto di riferimento.

Quello che ci aspetta, sarà un semplice ritorno in presenza o un nuovo inizio con una consapevolezza diversa di cosa vuol dire “fare scuola”?


immagine di copertina di StockSnap da Pixabay