Costruire il curricolo di educazione civica


In base all’articolo 3 della Legge 20 agosto 2019, n. 92:

Le istituzioni scolastiche prevedono nel curricolo di istituto l’insegnamento trasversale dell’educazione civica

Per fare questo le Linee guida (nella sezione “La prospettiva trasversale dell’insegnamento di educazione civica ”) specificano che:

Il Collegio dei Docenti, nell’osservanza dei nuovi traguardi del Profilo finale del rispettivo ciclo di istruzione, definiti nelle presenti Linee Guida – Allegati A, B e C che ne sono parte integrante – provvede nell’esercizio dell’autonomia di sperimentazione di cui all’art. 6 del D.P.R. n.275/1999, ad integrare nel curricolo di Istituto gli obiettivi specifici di apprendimento/risultati di apprendimento delle singole discipline con gli obiettivi/risultati e traguardi specifici per l’educazione civica.

Proviamo a vedere in concreto come si può procedere. Qui di seguito lavoreremo su esempi e normativa della scuola del primo ciclo ma il modo di ragionare può tranquillamente essere traslato e riadattato.

Premessa (spero scontata): un curricolo non è un programma

A scanso di equivoci ricordiamo che un curricolo non è un programma. Un programma è un elenco di argomenti da svolgere o da far studiare. Ragionando in termini di programma quasi sempre ci si limita al piano delle conoscenze e delle abilità.
Il curricolo è il percorso (la serie di esperienze significative) che la scuola propone agli alunni per acquisire determinate competenze.

I passi per strutturare il curricolo

Per ottemperare alla Legge 20 agosto 2019, n. 92 è necessario integrare il curricolo di istituto cioè strutturare un percorso curricolare anche per educazione civica. Per fare questo ogni scuola deve provvedere innanzitutto a fissare dei traguardi e degli obiettivi (in coerenza con quello che le indicazioni nazionali forniscono per le altre materie).

Proviamo allora a capire quali passaggi possono permetterci di fare questo lavoro nel modo migliore (principio di efficacia) e senza renderlo troppo complicato (principio di efficienza).

Per comodità possiamo scegliere come modello la strutturazione di traguardi e obiettivi per la materia geografia.

Qui trovi una serie di schemi relativi alle indicazioni nazionali

Innanzitutto dobbiamo definire/riconoscere quali sono i nuclei tematici della materia. Ci vengono in aiuto le linee guida che propongono per educazione civica tre ambiti di lavoro:

  • COSTITUZIONE, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà
  • SVILUPPO SOSTENIBILE, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio
  • CITTADINANZA DIGITALE

Questi possono essere tranquillamente assunti come i 3 nuclei tematici di educazione civica.

Definire i traguardi di competenza

Il passo successivo è provare a definire, per ogni nucleo tematico, i traguardi. La domanda che possiamo farci è: “Cosa deve saper fare ogni alunno per mostrare di essere competente in questo ambito disciplinare?
N.B. Per essere sicuri di non ricadere in un programma camuffato, i traguardi devono essere formulati come azioni da compiere e non come elenco di contenuti da imparare. 

Se, per capire meglio come funzionano i traguardi, guardiamo a geografia troviamo come primo traguardo per la primaria “L’alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali.” Potremmo per comodità di ragionamento riscriverlo così “l’alunno a fine quinta deve essere in grado di orientarsi nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali.” Trovate evidenziato “si orienta” perché il verbo orientarsi è il cuore dell’agire competente che ci si aspetta.

Quindi se un alunno viene posto di fronte a una carta geografica di una nazione che non conosce dovrebbe, per esempio, essere in grado di capire con quali paesi confina a nord, a est…

Se si lavora in un istituto comprensivo è bene ragionare da subito in termini di curricolo verticale e quindi provare a declinare ogni traguardo per la primaria e per la secondaria di primo grado. Il modo più semplice è fissare quali sono le basi minime (il traguardo della primaria) e come si potrà tornare ad approfondire la stessa competenza fissando un traguardo più avanzato per la secondaria di primo grado. 

Tenendo come esempio il primo traguardo di geografia vediamo che per la secondaria di primo grado il traguardo corrispondente è “Lo studente si orienta nello spazio e sulle carte di diversa scala in base ai punti cardinali e alle coordinate geografiche; sa orientare una carta geografica a grande scala facendo ricorso a punti di riferimento fissi.” 

Come appare evidente, siamo a un livello di maggiore complessità da gestire (quindi una competenza maggiore) ma il cuore della competenza è sempre “orientarsi”.

In realtà è un processo naturale: in ogni nostra attività ci fissiamo dei traguardi (imparare una lingua straniera, praticare un’attività sportiva…) che non devono essere inizialmente troppo ambiziosi per non creare frustrazione (ci sembrerebbero dei traguardi irraggiungibili). Man mano che li raggiungiamo (cioè diventiamo più capaci o competenti) possiamo alzare l’asticella e spostarli in avanti fissando nuovi traguardi.

Definire gli obiettivi

A questo punto, per ogni traguardo bisogna definire gli obiettivi cioè rispondere alla domanda “quali abilità servono (e quindi dobbiamo aiutare i ragazzi ad acquisirle) per poter agire in modo competente?”. Gli obiettivi funzionano bene quando sono formulati come azioni semplici e concrete che se messe in atto aiutano a raggiungere il traguardo corrispondente.

Restando nell’esempio del traguardo legato a “orientarsi” gli obiettivi ci parlano per esempio di “Muoversi consapevolmente nello spazio circostante, orientandosi attraverso punti di riferimento, utilizzando gli indicatori topologici (avanti, dietro, sinistra, destra, ecc.) e le mappe di spazi noti che si formano nella mente (carte mentali)” o di “Orientarsi utilizzando la bussola e i punti cardinali anche in relazione al Sole”, cioè attività che rappresentano le abilità base da mettere in gioco nell’agire competente. Se guardiamo bene gli obiettivi portano con sé anche una serie di conoscenze che vengono coinvolte (gli indicatori topologici e i punti cardinali).

Di seguito trovate, giusto a titolo di esempio, una bozza con alcune ipotesi di traguardi e obiettivi.

consulta lo schema in formato PDF

Selezionare le esperienze significative

Finita la parte preparatoria si tratta ora di costruire il curricolo vero e proprio cioè di selezionare le esperienze significative da proporre ai ragazzi per sviluppare le competenze disciplinari.

Se gli obiettivi sono scritti bene (come dicevamo sopra sotto forma di “azioni semplici e concrete che se messe in atto aiutano a raggiungere il traguardo corrispondente”) aiuteranno a individuare delle attività da proporre (che andranno anche abbinate alle diverse materie per capire dove “agganciare” le ore di educazione civica).

Cosa si intende per esperienze significative

Spesso, nel linguaggio comune, il termine esperienza viene usato come sinonimo di “fare qualcosa”: “siamo andati a  visitare una fattoria… che bella esperienza!”.

Ma in ambito pedagogico il termine ha un uso più specifico. Come ci ricorda Dewey:

La sola attività non costituisce esperienza. È dispersiva, centrifuga, dissipante. L’esperienza come tentativo implica un cambiamento, ma il cambiamento non è che una transizione senza significato a meno che non sia coscienziosamente connesso con l’ondata di ritorno delle conseguenze che ne defluiscono. […] «Imparare dall’esperienza» significa fare una connessione reciproca fra quel che facciamo alle cose e quel che ne godiamo o ne soffriamo in conseguenza.

John Dewey, Democrazia e educazione in John Dewey, Il mio credo pedagogico. Antologia di scritti sull’ediucazione, La Nuova Italia, Firenze 1954, pp. 130-131

Esperienza è la combinazione  di una azione (se non c’è qualcosa da fare non ci può essere esperienza ma solo riflessione cognitiva) con la riflessione su quello che si è fatto (per non limitarsi al piano del puro agire).

Aggiungiamo il termine “significativo” per ricordarci che le attività devono avere senso per i bambini e i ragazzi a cui vengono proposte (non solo per chi le ha progettate), altrimenti diventerebbero una costrizione da cui non può nascere vero apprendimento.

In pratica…

Proviamo, in conclusione, a fare un paio di esempi per la scuola primaria

  • Partendo dall’obiettivo “Interagire rispettando i compagni di classe” (legato al traguardo “Riconosce e rispetta le regole del gruppo sociale in cui si trova” ) ci si rende subito conto che ogni volta che si offrono ai ragazzi occasioni di discussione si propone una esperienza che opera su questo ambito.
  • Guardando l’obiettivo “Circolare correttamente (rispettando il codice della strada) a piedi e in bicicletta” (anche questo legato al traguardo “Riconosce e rispetta le regole del gruppo sociale in cui si trova” ) forse vi sono già venute in mente iniziative di educazione stradale (per esempio quelle proposte dal Comune di Milano ) che non sono nuove nelle scuole e che ben si prestano a sostenere il curricolo di educazione civica.

immagine di copertina di Malachi Witt da Pixabay